Nel corso del convegno “Stati generali del turismo balneare” svolto oggi a Roma presso Confcommercio è intervenuto il presidente di FAITA Federcamping Alberto Granzotto sottolineando che il tema del demanio marittimo è un tema molto complesso e articolato. Secondo Granzotto: ”Si parla sempre solo di spiaggia, quindi si tende a considerare il demanio marittimo associandolo a quello che è il cosiddetto demanio naturale, dimenticando che, in realtà, prima ancora delle concessioni demaniali esistono realtà che rappresentano una parte consistente del territorio. Esistono anche concessioni come i campeggi ed i villaggi turistici che lavorano su grandi superfici e rappresentano una parte molto rilevante del settore turistico.

È evidente che per questi contesti si ponga un problema normativo più articolato rispetto alla gestione della semplice spiaggia, perché le concessioni sono spesso di dimensioni molto grandi. A titolo di esempio la principale impresa rappresentata dalla nostra associazione registra oltre 1.200.000 presenze annue,in pratica da sola realizza i flussi turistici di un grande comune, interamente situato sul demanio marittimo.
Di conseguenza, la gestione di queste concessioni, la manutenzione delle strutture, la sicurezza delle attività e la garanzia della continuità delle imprese acquisiscono una dimensione completamente diversa rispetto a una semplice concessione balneare.
Inoltre quando parliamo di ambiente e gestione del territorio, è evidente che il settore Open Air, nel corso di tanti decenni, ha contribuito in modo determinante alla costruzione del paesaggio in cui operano le imprese. Se osserviamo fotografie di queste località prima dell’avvio delle attività turistiche, vediamo panorami completamente diversi da quelli attuali. L’evoluzione del territorio è stata curata dagli operatori, dai concessionari e dai gestori delle strutture, i quali hanno garantito non solo lo sviluppo, ma anche la manutenzione costante di queste aree. Un rapporto con l’ambiente e con il territorio reso possibile grazie a una certa stabilità gestionale che ha consentito alle imprese di pianificare investimenti e miglioramenti. Il venir meno di questa stabilità porterebbe inevitabilmente a situazioni di incertezza, con conseguenze negative per tutto il settore e per i territori.
Concessioni demaniali: il quadro europeo
In tema di normative europee in materia di concessioni demaniali è evidente che il quadro legislativo deve essere considerato nel suo insieme, tenendo conto di ciò che accade negli altri Paesi. In Spagna, ad esempio, la normativa distingue chiaramente tra le concessioni per le spiagge e quelle per le strutture ricettive collegate, prevedendo concessioni di durata fino a 75 anni. Sebbene sia stata aperta una procedura di infrazione su questa norma, la legge è in vigore dal 2013 e ha già determinato un quadro certo per i prossimi decenni.
In Grecia, la normativa vigente distingue tra le strutture di accoglienza e i servizi balneari, stabilendo che le concessioni vengano assegnate in base alla capacità ricettiva e ai criteri di sostenibilità. Anche questa legge, introdotta nel 2013, ha subito procedure di infrazione, ma rimane ancora in vigore.
Il Portogallo ha gestito la questione in modo pragmatico, prevedendo forme di regolamentazione che garantiscano investimenti a lungo termine per lo sviluppo del settore, senza compromettere la competitività degli operatori.
Se guardiamo alla gestione del territorio, è evidente che facciamo riferimento a investimenti che non sono occasionali, ma fanno parte di un processo organico che si sviluppa nel tempo. Gli imprenditori devono avere la certezza che il loro investimento possa essere recuperato e valorizzato nel medio e lungo termine. Il tema della continuità non può essere ridotto a una semplice valutazione economica, ma deve tener conto del valore creato nel corso degli anni attraverso il lavoro e l’impegno delle imprese.
Il successo del turismo balneare italiano è riconosciuto a livello internazionale, e il settore rappresenta una delle eccellenze del turismo europeo proprio per questo è fondamentale garantire una regolamentazione che tenga conto delle specificità del nostro Paese e valorizzi le imprese che hanno contribuito a creare un’offerta turistica di altissima qualità.Il turismo balneare italiano è un patrimonio che deve essere difeso e valorizzato attraverso scelte che garantiscano stabilità e sviluppo sostenibile.È necessario applicare un modello normativo che tenga conto dell’esperienza degli altri Paesi, ma che sia anche in grado di rispondere alle esigenze del contesto italiano. Solo attraverso un confronto serio e approfondito sarà possibile individuare soluzioni che garantiscano il futuro del settore, salvaguardando gli investimenti e assicurando continuità alle imprese che hanno fatto del turismo balneare un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo.”