Il turismo del Trentino si è riformato

Approvata lo scorso anno la legge provinciale che riorganizza Apt, Agenzie territoriali ed enti dalla quale ripartire per far nuovamente crescere il settore

Il Trentino si colloca nel Nord dell’Italia, tra il Veneto e la Lombardia, ad un centinaio di chilometri dal confine tra l’Italia e l’Austria, nel cuore delle Alpi italiane. Dal punto di vista turistico è in un punto strategico essendo su di un asse di comunicazione e di scambi commerciali tra l’Italia e il Nord Europa, la Valle dell’Adige, percorsa da una linea ferroviaria e da un asse autostradale – l’A22 – che collegano Verona e la Pianura Padana con Monaco di Baviera e quindi facilmente raggiungibile dai potenziali turisti di lingua tedesca e da quelli provenienti dalle regioni più ricche d’Italia.

Il capoluogo, Trento, è anche a 90 chilometri dallo scalo aeroportuale di Verona e a 250 chilometri dallo scalo intercontinentale di Milano dai quali si può raggiungere la provincia in un tempo compreso tra una e due ore scegliendo l’auto a noleggio, il treno o una delle linee di autobus; servizio particolarmente efficiente in inverno, quando fra Dicembre ed Aprile, nei fine settimana le più note località sciistiche trentine sono collegate da un servizio diretto con gli scali di Verona, Bergamo, Milano Malpensa e Linate, Venezia. Ma al di là della facilità dei collegamenti la vera ricchezza turistica del Trentino è l’ambiente, soprattutto la montagna e in special modo le Dolomiti, che il celebre architetto Le Corbusier definì «le più belle architetture del Mondo» le più bizzarre e ardite, che assumono un arcobaleno di colori in costante mutazione nell’arco del giorno. Una bellezza riconosciuta anche dall’Unesco, che le ha incluse tra i patrimoni naturalistici dell’umanità. Completamente separato dagli altri massicci dolomitici, si estende inoltre per 400 km quadrati nel Trentino occidentale il Gruppo del Brenta, «Una selva di torri, di guglie,di arditi pinnacoli» per usare le parole del geografo trentino Cesare Battisti, percorsa da una rete di sentieri attrezzati che collegano le cenge naturali nel cuore delle pareti e costituiscono la famosa “Via delle Bocchette” un percorso realizzato tra gli anni ’30 e ’70 del secolo scorso che costituisce una delle mete più ambite per gli appassionati del trekking e delle passeggiate in montagna. E ancora il Latemar-Catinaccio e la Marmolada, una vera regina dei monti. Infine sopra le fitte foreste del Parco naturale di Paneveggio le Pale di San Martino: una visione che ancor oggi cattura quanti ammirano queste montagne, esempio magistrale dell’antica barriera corallina.

Il Trentino però non è solo montagna, ma anche lago, inglobando la punta nord del Lago di Garda, la riviera dei tedeschi e degli austriaci, circondata com’è dalle Alpi che ne proteggono e mitigano il clima. Per queste ed altre caratteristiche, non ultima la storia che ha disseminato le valli di magnifici castelli, il Trentino è una perla del nostro turismo, che nel 2019 ha avuto un boom che lasciava ben sperare gli operatori.

Purtroppo è arrivata l’epidemia di Covid-19 che ha portato un crollo di arrivi e presenze.

Quest’anno però nel corso della stagione turistica estiva appena conclusa nella Provincia autonoma di Trento si è registrato un buon afflusso di arrivi e presenze e se è ancora presto per parlare di una sicura ripresa sicuramente il 2021 non è paragonabile al 2020, anno horribilis per il turismonon solo trentino,

per cominciare a respirare e sperare occorrerà aspettare l’inverno e l’apertura degli impianti di risalita e degli sport invernali, che tradizionalmente fanno la parte del leone nel computo annuale degli arrivi e delle presenze. Tuttavia non mancano i motivi per essere ottimisti. Intanto stanno tornando gli stranieri, nuovamente numerosi sopratutto sulla rive del Garda, e sembra confermata la riscoperta di molti connazionali delle mete nostrane, comprese le Alpi Retiche e Dolomiti. Scommessa di operatori e amministratori dovrà percìò essere quella di far si che questi flussi continuino a preferire l’Italia alle destinazioni più esotiche benché più economiche; ciò sia per compensare eventuali diminuzioni di stranieri, almeno fino a quando non saremo tornati ad una piena normalità – che al momento appare ancora di là da venire – che per assicurare una auspicabile crescita turistica complessiva rispetto ai dati pre-epidemia del 2019.

Secondo i dati definitivi del movimento turistico in Trentino – resi noti dall’Istituto statistico della provincia autonoma (Ispat) – l’anno 2019 si è chiuso con valori in aumento sia per gli arrivi (+2,5%) che per le presenze (+1,5%) confermando il trend crescente del movimento turistico degli ultimi anni, tanto che il risultato dell’anno che ha preceduto la comparsa del Covid-19 è considerato il migliore dell’ultimo decennio e quello da recuperare.

I pernottamenti registrati nelle strutture alberghiere ed extralberghiere sono stati oltre 18 milioni, dei quali il 58,3% rappresentato dalla componente italiana, con una crescita che ha riguardato sia il settore alberghiero, che ha visto incrementare dell’1,8% gli arrivi e dello 0,4% le presenze, sia l’extralberghiero, cresciuto del 4,9% negli arrivi e del 4,3% nelle presenze. Le presenze alberghiere hanno costituito, sempre nel 2019, il 71,4% dei pernottamenti totali.

Le presenze italiane rispetto al 2018 erano cresciute dello 0,6%. Le principali regioni di provenienza erano ancora Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio, anche se gli arrivi da queste ultime due regioni avevano registrato una contrazione rispetto all’anno precedente. In aumento anche i pernottamenti stranieri, incrementati del 2,8% rispetto al 2018. Al primo posto i turisti tedeschi, seppur in contrazione dell’1,2%. In crescita le presenze da Polonia, Olanda e Repubblica Ceca.

Altro dato da verificare al termine dello tsunami pandemico sarà quello delle strutture superstiti rispetto al 2019, quando risultavano aperti e in funzione 1.519 alberghi, per un totale di 93.806 posti letto disponibili e una permanenza media in queste strutture di 3,9 notti. Nel settore extralberghiero il numero di strutture aperte era di 2.009 per un totale di 81.374 posti letto disponibili, con una permanenza media di 4,6 notti.

Quella appena esposta, per usare un termine sportivo in questo anno olimpico e paraolimpico, è l’altezza dell’asticella che il Trentino dovrà superare per aggiudicarsi nuovamente la medaglia d’oro per il turismo.

Come accennato in apertura una fetta consistente del turismo è invernale e qui purtroppo il punto da cui si dovrà  ripartire è molto basso.

Sempre secondo l’Ispat, che ha presentato i dati relativi all’andamento della stagione turistica invernale 2020/2021 (da dicembre ad aprile), quella non può neppure definirsi una “stagione turistica” in quanto gli spostamenti sono stati pesantemente influenzati dalla situazione straordinaria determinata da una nuova ondata di COVID-19. I flussi turistici a partire dal mese di ottobre sono stati praticamente azzerati per la reintroduzione di misure per il contrasto alla pandemia. Gli arrivi della stagione invernale 2020/2021 sono quindi stati poco oltre i 102mila, il 92,5% in meno rispetto all’inverno 2019/2020, mentre il numero  dei pernottamenti è diminuito del 93,1%, con un valore prossimo alle 393mila presenze che oltretutto sono da attribuirsi a persone che si sono spostate per motivi di studio e di lavoro. Il settore alberghiero ha avuto un crollo del 92,7% negli gli arrivi e del 95,5% nelle presenze, mentre nell’extralberghiero arrivi e presenze sono diminuiti rispettivamente del 91,2% 81,5% con un quasi annullamento dei pernottamenti di stranieri.

A fronte di una situazione così pesante il settore turistico provinciale ha cercato di reagire preparando la ripartenza.

Ad esempio il comparto open air si è dato da fare già a Maggio 2020 predisponendo con Trentino Marketing una campagna digitale – sollecitata e partecipata dalla FAITA Trentino – gestita dagli Uffici dell’ente di destinazione turistica provinciale per un importo in compartecipazione di 60.000 €, investiti per la promozione dei camping su internet e sui social, in vista della riapertura. Sempre con con Trentino Marketing è stata portata aventi anche una campagna di promozione sulla quale sono stati investiti circa 60.000,00 € su testate di settore e magazine femminili in Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Ungheria; ovvero i mercati dell’Est Europa considerati emergenti per gli indicatori economici in crescita di queste nazioni negli ultimi anni.

Molto interessante la scelta di favorire il lavoro a distanza. Nell’ultimo anno sono stati in tanti ad imparare a lavorare da casa e poterlo fare in un luogo più accogliente e salubre che il proprio appartamento in città, con vista sui palazzi intorno e con l’accompagnamento dei rumori del traffico, è sicuramente meglio. Da qui l’idea di offrire uno smart working di qualità che apre alla creatività, favorisce il benessere di mente e corpo oltre a migliorare la qualità e la produttività del lavoro stesso. Una proposta che ha trovato spazio in Trentino, grazie a strutture che già dalla breve riapertura dello scorso anno hanno offerto servizi e spazi a misura di lavoratori a distanza. L’iniziativa ha riguardato in particolare le tre Strade del vino e dei sapori, lungo le quali le strutture ricettive hanno messo a disposizione degli ospiti wi fi illimitato e scrivanie con vista sulla natura e bei paesaggi con servizi dedicati quali la stampa di documenti e il recapito di spedizioni direttamente in struttura. A mezzogiorno gli smart worker potevano ordinare il proprio gustoso light lunch a base di prodotti trentini, oppure richiedere il pranzo in versione take away o delivery e persino un picnic sui prati. Per chi ha potuto soggiornare con tutta la famiglia, diverse strutture hanno offerto servizi di baby sitting, oltre a programmi di animazione per andare alla scoperta del territorio in maniera divertente ed istruttiva. Attività in cui i bambini potevano vivere esperienze a contatto con la natura, o con gli animali da fattoria, mentre mamma e papà si dedicavano serenamente a riunioni online e consegne di lavoro. E prima di iniziare o terminato l’ “orario d’ufficio” anche loro potevano partecipare alle attività, appositamente programmate al mattino presto o nel tardo pomeriggio e sera.

Scegliendo uno dei tanti hotel, agritur e B&B aderenti all’iniziativa gli ospiti hanno potuto  godere dei loro spazi benessere, con trattamenti a base di ingredienti naturali del territorio, di un risveglio muscolare sull’erba con yoga e meditazione o, ancora, di attività più dinamiche come escursioni e sport di montagna

Assieme alle iniziative decisamente innovative gli operatori e gli amministratori pubblici si sono anche impegnati per realizzare modifiche strutturali agli ordinamenti, sempre nell’ottica di favorire la definitiva ripresa del turismo.

Un aspetto importante, che non mancherà di portare a breve notevoli benefici al comparto del turismo all’aria aperta è la modifica alla legge provinciale 4 ottobre 2012 n.19 ottenute con le disposizioni introdotte dalla legge provinciale 13 maggio 2020, che hanno innalzato la percentuale da destinare alle unità abitative – camere, junior suite, suite, appartamenti e bungalow – fino al limite massimo del 50% della capacità ricettiva complessiva. Un risultato dovuto soprattutto alla FAITA Trentino, che non ha mancato di far presente con decisione che nelle ultime stagioni turistiche, in linea con le tendenze nazionali e internazionali, vi è stato un aumento della richiesta di soggiorno in allestimenti mobili, come tende glamping attrezzate e case mobili, da parte dei turisti, dato ulteriormente confermato dall’ultima stagione estiva post-lockdown. Poiché evidentemente gli ospiti si sentono più al sicuro in queste soluzioni abitative, le quali offrono maggiori garanzie di distanziamento e mantenimento dell’igiene in questo momento di necessaria ripresa sarebbe stato illogico e irresponsabile non assecondare questa richiesta del mercato.

Questa tuttavia non sembra essere la sola riforma che riguarderà il turismo Trentino.

La Giunta della Provincia autonoma infatti ad aprile 2020 ha approvato il disegno di legge presentato dall’assessore al turismo Roberto Failoni per riformare l’intero settore. A cominciare dalle Apt di cui sono state riviste le competenze, forniti nuovi strumenti con i quali operare e richiesto un maggiore coordinamento con Trentino Marketing e le quattro Agenzie territoriali. La generale convinzione infatti è che il Trentino è un territorio turisticamente maturo, capace di adeguare l’offerta alla nuova domanda che si va profilando

Secondo l’idea che sta alla base della riforma, al centro deve esserci il turista, il quale innanzitutto è un ospite attorno al quale deve gravitare il marketing. Le Aziende per il Turismo saranno dunque responsabili dell’esperienza turistica, dell’ospitalità e della fidelizzazione nei rispettivi ambiti territoriali mentre le Agenzie territoriali d’area sono responsabili della ideazione e della costruzione del prodotto  turistico. Trentino marketing da parte sua ha funzioni di promozione territoriale e marketing per l’intera provincia, mentre la Provincia autonoma si riserva il ruolo strategico di indirizzo, pianificazione, programmazione e coordinamento.

La riforma cerca di valorizzare i territori, che sono confermati come gli attori principali, capaci non solo di concepire e gestire l’offerta migliore per i propri visitatori ma anche nuove migliori offerte, magari in collaborazione e sinergia con altre realtà territoriali affini ottenendo in tal modo uno sviluppo complessivo del settore.

Ciò a cui il Trentino sembra puntare è un turismo sempre più di qualità che per essere tale però ha anche bisogno di una solida formazione di tutti i soggetti che sul territorio si occupano di turismo. Per questo un altro cardine della riforma sarà proprio la formazione estesa. Ad Apt, Agenzie territoriali,Trentino Marketing, albergatori, ristoratori e altri operatori sarà richiesto di organizzare e partecipare a programmi di alta formazione in materia di promozione territoriale e marketing turistico, nonché iniziative di supporto specialistico allo svolgimento delle attività di marketing. La Provincia autonoma di Trento inoltre attraverso i propri enti, come la Trentino School management (Tsm), promuove attività di formazione e organizza tutoraggi, supporto e accompagnamento qualificato per migliorare le relazioni con gli ospiti da proporre agli operatori del settore turistico e questa è stata presentata come una delle novità più importanti della riforma.

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