Affitti brevi: un nuovo capitolo

Il CIN (Codice Identificativo Nazionale) è entrato in vigore ed alla data del 2 gennaio erano registrate 451.262 su 571.411 strutture ricettive; dunque, il 78,8% del totale è in possesso del codice. In caso di mancata registrazione le sanzioni vanno da 800 a 8000 euro per le strutture, ponendo quindi una “mano di ferro” contro l’abusivismo e chi non si adegua alle regole. Sono altresì previste e già in vigore le norme per l’identificazione degli ospiti “de visu” e l’eliminazione delle key box.

Affitti brevi: la situazione attuale

Le Regioni con il più alto numero di CIN assegnati sono la Toscana (54.148), il Veneto (48.751), la Lombardia (48.469), il Lazio (40.254), la Puglia (36.722) e la Sicilia (35.418). Sul sito del Ministero gli ospiti potranno verificare che la struttura dove intendono soggiornare sia provvista del codice e quindi in regola con le normative vigenti. 

Le strutture professionali hanno espresso soddisfazione sottolineando come il CIN permetta l’emersione delle situazioni borderline e/o fuorilegge. Sempre il CIN sarà utile ai fini fiscali in quanto presente nella dichiarazione unica. Con questo strumento, il Governo, porta avanti una lotta al sommerso nel settore turistico risolvendo si spera una situazione poco chiara che favoriva l’illegalità.

Anche il settore Open Air, esprime apprezzamento per la stessa, sottolineando come essa promuova la professionalizzazione perché utile e necessaria a contrastare fenomeni di abusivismo e malcostume nel settore turistico ricettivo.

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