Innovazione e sostenibilità nel turismo lento rilanciano la Puglia come meta non solamente estiva, ma anche primaverile e autunnale, anche tra le preferenze dei viaggiatori outdoor. Qui tra ciclovie, cammini ed esperienze all’aria aperta, il territorio offre ulteriore spazio di mercato al turismo Open Air.
Innovazione e sostenibilità nel turismo lento

La Puglia ha intrapreso un percorso di innovazione e sviluppo turistico che l’ha portata a registrare incrementi tanto di presenze che di spesa pro-capite degli ospiti. In questo contesto, grazie anche alle molteplici opportunità date dal territorio, la Regione ha deciso di puntare sul segmento outdoor, attraverso lo sviluppo del turismo lento. Caratterizzato da un riavvicinamento alla natura, al silenzio e ai tempi cadenzati, il turismo lento sta spopolando sia in Italia che in Europa. Per questo e con ragione attraverso l’implementazione dell’offerta turistica slow, la regione punta a coniugare sviluppo economico, sostenibilità e valorizzazione del territorio.
Cicloturismo 2.0
Uno dei progetti di maggior valore riguarda il cicloturismo, un comparto che in Europa vale già miliardi di euro e che in Italia, nel 2023, ha generato 56,8 milioni di presenze, con un impatto economico diretto pari a 5,5 miliardi di euro (+35% rispetto al 2022). Mediamente, il cicloturista spende 95 euro al giorno e predilige forme di ricettività diffusa, esperienze autentiche e un contatto diretto con le comunità locali. “Cicloturismo 2.0: l’infrastruttura leggera e la piattaforma informatica per la sperimentazione nel Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere” è il progetto che coinvolge istituzioni, università, imprese e associazioni e mira a sperimentare soluzioni di mobilità intermodale e sostenibile nei territori a vocazione turistica e naturalistica.

Attraverso una nuova piattaforma digitale dedicata interamente al cicloturismo, infrastrutture, informazioni e servizi arrivano direttamente al turista, che può trovare percorsi naturalistici e culturali da seguire, servizi di bike sharing, mappe interattive e personalizzabili in base alle proprie esigenze e tanto altro. L’obiettivo finale è quello di creare una rete regionale di ciclovie, per intercettare un bacino sempre maggiore di utenti e allargare il modello anche agli altri parchi naturalistici pugliesi. Il progetto, inoltre, intende dare un input positivo allo sviluppo tecnologico e sostenibile nella mobilità alternativa, puntare sulle aziende locali e supportare le start up più meritevoli.
Borghi e paesaggi rurali
Un altro progetto, ancora basato sul cicloturismo, punta a far conoscere i borghi storici e i paesaggi rurali della Regione, portando i viaggiatori in posti ancora semi-sconosciuti e lontani dal turismo di massa. L’itinerario, che sarà lanciato dal Parco Naturale Regionale Otranto-Leuca-Tricase, attraverserà tutta la costa salentina, sviluppandosi lungo strade secondarie con poco traffico e sarà suddiviso in 6 anelli principali. Percorrendo queste ciclovie, i turisti potranno scoprire angoli nascosti, borghi meravigliosi e bellezze naturali come il Laghetto di Bauxite e il Faro di Punta Palascia.
Pedalando tra natura, storia e scorci paesaggistici da cartolina, i viaggiatori potranno conoscere le tradizioni locali e alcune zone della regione sconosciute ai circuiti turistici più classici. Grazie all’integrazione tra la ciclovia e le stazioni ferroviarie presenti all’interno del Parco, i turisti potranno alternare tratti sulle due ruote con tratti in treno e raggiungere zone del Salento che esulano dal classico binomio di sole e mare, scoprendo un territorio in grado di coniugare sport, natura, storia, archeologia e gastronomia.
La Puglia dei cammini

Infine, la Puglia sta investendo anche nella valorizzazione dei cammini. La regione vanta sette percorsi ufficialmente riconosciuti dal Ministero del Turismo. Gli amanti delle camminate, attraverso questi percorsi possono scoprire una Puglia lenta che offre altro rispetto alla classica opportunità balneare. Per conferire ai camminatori una prova dei loro pellegrinaggi, è stata creata la “credenziale”, una sorta di passaporto del pellegrino da timbrare ad ogni tappa lungo il percorso scelto. I cammini portano i viaggiatori ad alloggiare in aree meno battute dal turismo di massa e ad entrare in contatto con botteghe, attività locali e ristoranti delle zone rurali, incentivando la scoperta dei territori meno conosciuti e supportando le loro economie.
Grandi opportunità per l’Open Air
Il turismo lento è in grado di destagionalizzare le presenze, incentivare la scoperta delle aree rurali e dei piccoli centri, distribuire la ricchezza in maniera capillare su tutto il territorio regionale, creare valore economico diffuso e incentivare l’imprenditorialità locale. Inoltre, è un tipo di turismo che avvicina alla natura, all’aria aperta e al rispetto dei territori e che, come ciliegina sulla torta, interessa un tipo di clientela alto-spendente ed esigente. Per tutti questi motivi, e per le caratteristiche affini al mondo dell’Open Air, il turismo lento rappresenta una grandissima opportunità per il comparto, che deve modulare la propria offerta ed articolare la conseguente comunicazione di marketing centrandole su questa specifica motivazione di viaggio degli ospiti, camminatori o bikers che siano.





