Vivere il turismo nell’epoca dell’IA vuol dire rivedere completamente il modo di vivere e approcciare alle destinazioni, in chiave tecnologica e smart. L’intelligenza artificiale infatti, se gestita e applicata in maniera consapevole, può garantire un apporto importantissimo alla filiera turistica, in termini di ottimizzazione e servizi per i viaggiatori, ma anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale e sociale. Le strutture turistiche che in Italia hanno scelto un’alimentazione con energie rinnovabili e che si rivolgono all’Intelligenza Artificiale nella gestione dell’attività sono aumentate del 31% dal 2021 al 2023 (fonte Iea) e la previsione, da qui alla fine dell’anno, è un ulteriore incremento in questo senso. Secondo Gartner, grazie all’IA nel turismo si potranno creare più di 400.000 nuovi posti di lavoro entro il 2035. Le Smart Destinations, insomma, sono sempre più numerose e reali.
Julia, VaLentinia, Siri e le altre assistenti vocali
Un esempio alla portata di tutti, che consente di capire l’enorme potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata al turismo, è la realtà delle assistenti virtuali. Tutti conoscono ormai il nome di Siri, ma recentemente sono state introdotte molte new entry nel campo. Una tra tutte è Julia, l’assistente virtuale di Roma Capitale, che aiuta i turisti (ma non solo) a vivere e scoprire la Città Eterna. L’obiettivo era quello di creare un sistema assistenziale attivo H24, in grado di comunicare con i turisti di tutto il mondo giunti a Roma per il Giubileo. Grazie a Julia infatti, si può rimanere aggiornati su eventi, mezzi di trasporto, viabilità, chiusure e tanto altro, dai ristoranti alle cose da fare e vedere nella Capitale. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma improntata unicamente sul turismo lento, è VaLentinia, l’assistente virtuale creata da ItinerAria per offrire risposte affidabili e veloci ai visitatori sul Cammino di Oropa. Insomma, hanno nomi diversi e input specifici differenti, ma servono tutte allo stesso scopo: assistere i turisti che vengono a visitare l’Italia con precisione, efficienza e tempestività.
L’IA nella gestione turistica
Sul fronte dell’impresa turistica l’Intelligenza Artificiale trova una serie davvero infinita di applicazioni, spaziando dalla gestione dei big data, all’analisi in tempo reale dei flussi. Questo potrebbe, per esempio, introdurre politiche di prezzi dinamici portando le biglietterie dei principali luoghi d’interesse ad incrementare i prezzi o ridurli in funzione dei flussi di domanda. A cascata, ciò avrebbe riflessi positivi nella gestione più consapevole e equilibrata del turismo di massa. Allo stesso modo, l’Intelligenza Artificiale può essere sfruttata a favore della sostenibilità ambientale e sociale, proporre idee e innovazioni nel campo della mobilità sostenibile, nelle fonti di energia rinnovabile. Stazioni di ricarica per mezzi elettrici, pannelli interattivi e informativi che si alimentano con l’energia solare e sempre connessi a internet, che possano fungere da power bank così come da smartphone per cercare informazioni specifiche sull’area che si sta visitando.
L’Open Air nell’epoca dell’IA
Come può, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, incrementare l’offerta dell’Open Air italiano e diventare un propulsore della qualità?
Le applicazioni, come visto, sono le più disparate. Dal punto di vista della sostenibilità sociale, l’Intelligenza Artificiale può consentire di superare le barriere sia linguistiche che culturali, ma anche quelle fisiche, parlando per chi non può farlo, per esempio.Se si guarda invece alla ricettività pura e semplice, bungalow, camere e appartamenti dotati di domotica e tecnologia possono garantire ai clienti una gestione più semplice dell’alloggio, ma anche migliorare il sistema di riscaldamento e raffrescamento. In ottica ambientale, l’Intelligenza Artificiale è in grado di valutare le situazioni e proporre soluzioni alternative e più sostenibili, in linea con il concept green cardine dell’accoglienza Open Air. I vantaggi che ne deriverebbero sarebbero molteplici, e spaziano da una maggiore inclusività sia ricettiva che lavorativa, ad un minor impatto sull’ambiente e ad una maggiore valorizzazione delle risorse e delle tradizioni locali. Insomma, scegliere un futuro più verde non vuol dire rinunciare al progresso tecnologico, ma anzi, passare per esso permette di raggiungere l’obiettivo della sostenibilità turistica in tempi più brevi e con sforzi decisamente inferiori.