Con l’autunno riparte il trekking in Italia e fa incetta di escursionisti. Fare lunghe passeggiate immersi nella natura, circondati da paesaggi montani e panorami incontaminati è il motivo che spinge sempre più persone ad avvicinarsi a questa realtà, che in autunno sfoggia il suo abito migliore. Grazie anche al ritrovato fascino del foliage, i trekking autunnali diventano meta prediletta di un numero sempre crescente di viaggiatori, sia di prossimità che internazionali.
Riparte il trekking in Italia

In passato i sentieri di trekking italiani erano frequentati principalmente da escursionisti esperti, e i percorsi erano decisamente poco battuti. Con il passare del tempo però, è diventata una componente rilevante del turismo all’aria aperta. In particolare, hanno contribuito al suo boom tra i viaggiatori sia italiani che stranieri:
- il rilancio del turismo montano,
- una maggiore ricerca di spazi aperti,
- un avvicinamento alle tematiche ambientali,
- il boom social dei luoghi segreti e instagrammabili,
- lo sviluppo del turismo lento.
Grazie alla congiuntura di tutti questi elementi, il trekking è riuscito ad emergere e farsi notare nel panorama delle attività all’aria aperta, e sta aumentando progressivamente il numero di appassionati che vanno da quelli che si limitano a fare escursioni semplici e brevi, a quelli che dedicano ai percorsi vacanze intere.
La stagione autunnale in Italia

La stagione autunnale è la più indicata per il trekking, e nel suo exploit moltissimo hanno fatto i social. Il foliage, infatti, che da sempre affascina chi vive boschi e foreste in autunno, è diventato famoso e improvvisamente i sentieri si sono riempiti di un pubblico più giovane e meno esperto, attirato da scorci suggestivi e vedute panoramiche degne di una cartolina. Il trekking in Italia rappresenta una fetta sempre più importante del turismo Open Air, e sebbene la principale componente di appassionati sia ancora prevalentemente straniera, anche gli italiani iniziano ad avvicinarsi a questa realtà. Inoltre, molto è stato fatto in termini di manutenzione e messa in sicurezza dei percorsi e dei sentieri, il che giova sicuramente in termini di affluenza.
Riparte il trekking in Italia: l’esempio della Liguria
Una regione che più di altre sta puntando proprio sui sentieri per destagionalizzare i flussi turistici e decentrare gli arrivi anche in zone meno famose, è la Liguria. In particolare, grazie al recupero di antiche vie storiche e alla manutenzione dei sentieri per renderli più accessibili e inclusivi, agli ospiti si apre un ventaglio davvero ampio di possibilità.
Grazie inoltre all’efficiente rete ferroviaria regionale, i trekkers possono avvicinarsi e rientrare con comodità dal percorso individuato sfruttando i mezzi pubblici. Nel 2024 sono stati portati a termine ben 442 interventi di sicurezza sui percorsi di trekking regionali, e l’azione continua anche nel 2025, con un totale provvisorio alla fine di settembre pari a 407. Anche sul piano dei soccorsi sono stati predisposti interventi di miglioramento e di incremento, al fine di garantire a tutti la miglior qualità dell’esperienza.
Il trekking come volano di un turismo più sostenibile

Il trekking, per le sue caratteristiche intrinseche e per i suoi valori, si può identificare come un vero e proprio volano per un turismo più sostenibile. Questa attività all’aria aperta, infatti, avvicina al nostro Paese una clientela più consapevole e attenta all’impatto ambientale del turismo. Inoltre, lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione del territorio sentieristico e dei percorsi di trekking permettono di incentivare un turismo non più legato ai mezzi privati, ma che può sfruttare i mezzi pubblici.
Così facendo, si riduce il numero di auto nelle destinazioni turistiche, si intasano meno le strade e si creano meno ingorghi, con una conseguenza diretta sull’inquinamento. A cascata, migliora l’esperienza dei viaggiatori e si ha la possibilità di gestire meglio i flussi turistici. Infine, la vicinanza con la natura e lo stretto contatto con l’Open Air, fanno del trekking una delle attività su cui puntare maggiormente per far conoscere territori meno battuti e frequentati, e per valorizzare anche le zone ancora autentiche e sconosciute ai viaggiatori internazionali.





