Polizza contro i rischi catastrofali: si chiede la proroga

L’obbligo per le aziende di stipulare una polizza contro i rischi catastrofali è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2024, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.48 il 27 febbraio 2025. Entrato in vigore il 14 marzo, presenta attualmente una scadenza al 31 marzo 2025, data entro cui tutte le attività (non solo turistiche) dovranno allinearsi alla norma e stipulare una polizza assicurativa contro i danni catastrofali.

Il prezzo da pagare per chi non rispetta questa scadenza è decisamente alto. Infatti, le norme non prevedono sanzioni se non ci si adegua all’obbligo ma chi non la stipula perde ogni merito creditizio: le banche sostanzialmente non finanziano, non si può partecipare ai bandi ed in caso di catastrofi non si avrà alcun contributo. Di fatto, per le imprese sarebbe un suicidio non assicurarsi.

I tempi a disposizione sono ormai strettissimi, e alla scadenza del 31 marzo mancano pochissimi giorni. Per questo le associazioni di categoria hanno iniziato una vera e propria corsa contro il tempo ed hanno chiesto non solo di prorogare il termine attualmente in vigore per l’adattamento, ma anche una maggiore chiarezza da parte del Governo.

Polizza contro i rischi catastrofali

Facendo un piccolo passo indietro, chiariamo in cosa consiste questa polizza. Si tratta di un’assicurazione che tutte le imprese con sede legale in Italia (o con sede legale all’estero ma con stabile organizzazione in Italia e tenute all’iscrizione in Camera di Commercio) devono stipulare contro i danni da calamità naturali ed eventi catastrofali.

Il Governo ha ritenuto necessario introdurre l’obbligo per questo tipo di polizza a seguito dei terribili eventi degli anni scorsi, che hanno devastato lo Stivale in più occasioni e che hanno portato moltissime aziende alla crisi.

Le uniche imprese che sono esenti da questo obbligo sono quelle agricole e quelle i cui beni immobili sono gravati da abusi edilizi o costruiti senza le autorizzazioni previste dalla normativa. Come evidenziato dalla nota di Confesercenti, chi non rispetta questo obbligo e non stipula una polizza assicurativa contro i danni catastrofali, sarà automaticamente escluso da qualsivoglia finanziamento (sia privato da parte delle banche, che pubblico) o contributo a risarcimento dei danni subiti da calamità naturali come quelle di cui l’Italia ha fatto esperienza nel recente passato.

Quello che però gli imprenditori chiedono, attraverso la voce delle associazioni di categoria, è più tempo per decidere quale polizza stipulare. L’impatto della scelta infatti, è sicuramente importante, e dover prendere una decisione in tempi stretti potrebbe portare a commettere errori o a non valutare attentamente tutti gli aspetti da considerare. Per questo tutte le associazioni di imprese chiedono a gran voce più tempo.

La richiesta delle associazioni 

L’Italia è un paese estremamente esposto e vulnerabile alle catastrofi naturali, ma anche uno di quelli con la minore copertura assicurativa in questo senso.  La scarsa propensione ad assicurare la propria impresa contro questo tipo di danni fa sì che, nel caso si verifichino, i rischi finanziari diventino ingenti e possano portare anche al fallimento. Sottovalutare il rischio, quindi, può essere fatale per il futuro della propria impresa.

Ciò detto, per attivare una giusta politica di prevenzione, è necessario capire quali sono le opzioni a disposizione e quali sono più adatte alle singole esigenze. Il termine dato dal Governo e fissato al 31 marzo 2025, pare quindi esageratamente stretto, considerando soprattutto l’entrata in vigore della norma il 14 marzo. Trattandosi di un obbligo che si estende a tutte le imprese italiane, una tempistica più larga è la richiesta che proviene da tutte le associazioni di categoria, nessuna esclusa.

A questo riguardo, Ascom Confcommercio sottolinea: “Abbiamo chiesto il rinvio di concerto con tutte le organizzazioni del commercio, dell’artigianato e della cooperazione e, secondo noi, dovrebbe potersi estendere a tutto il 2025 per permettere alle imprese di valutare con cognizione di causa un obbligo che è molto impattante sulla loro attività”. 

La richiesta di proroga è quindi attualmente sul tavolo del Governo, che però non si sbilancia ancora su una sua possibile approvazione o diniego. Dal canto loro, le associazioni di categoria stanno facendo del loro meglio per organizzare incontri formativi che forniscano ai propri associati gli strumenti migliori per conoscere tutti i rischi legati alle calamità naturali che potrebbero colpire la loro impresa, e le strategie di tutela più adatte al singolo comparto.

Autore
  • Erika Fameli

    Romana, appassionata di viaggi e di scrittura, da diversi anni ha trasformato le sue passioni in un lavoro. Ex Executive Assistant di Faita Federcamping, ha lavorato come Social Media Manager e oggi collabora come copywriter freelance con riviste online tourism-oriented e non solo.

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