Industria dell’Hospitality:

Si parla tanto di Industria del turismo ma quali e quanti sono i comuni italiani che ne fanno parte?

Per le economie dei paesi in via di sviluppo il turismo spesso assume il ruolo dell’industria con un apporto al PIL che spesso supera il 20%, in Italia siamo al 13% ma quali e quanti comuni contribuiscono a questa “industria”? I dati Istat parlano chiaro e sono stati elaborati da Sociometrica nello studio “la ricchezza dei comuni turistici-Ranking secondo la creazione di valore aggiunto”, studio che, precisiamo, si riferisce ai primi 500 comuni e che prende in esame l’apporto al PIL delle strutture turistiche (sono quindi escluse le strutture dell’extralberghiero come case vacanze e Airbnb) perché hanno un impatto minimo sull’occupazione e sul PIL dei comuni coinvolti.

Sono questi 500 comuni a generare la maggior parte del Pil e a concentrare circa l’83% delle presenze turistiche ogni anno. Capofila la Capitale che, grazie alla sua eterna bellezza genera 7,6 miliardi di euro, seguita da Milano con 3,5 e Venezia che di poco supera i 3 miliardi. Interessante notare come il principale distretto dell’open air, quello di Cavallino Treporti (aggiunto a Jesolo, Eraclea, Caorle e San Michele al Tagliamento) superino il distretto di Rimini e Riccione (4,4 miliardi contro 4 miliardi) da sempre considerate mete top per le vacanze.

Al sud abbiamo la costiera amalfitana che apporta circa 800 milioni di euro, seguita da altre mete con un impatto minoritario, proprio per la forte presenza di case vacanza come a Gallipoli e la scarsa presenza di hotels o campeggi, strutture ad alta intensità di lavoro e ad alto valore aggiunto. Come dichiarato al “Sole 24 ore” dal direttore di Sociometrica Antonio Preiti, se si considera anche l’economia “non osservata” (ossia quella che non rientra nelle tabelle Istat) l’apporto della città di Roma alla ricchezza turistica di tutta Italia è di circa l’8,7% ed è destinata a crescere.

Infine la ricerca ha anche stimato l’andamento dei flussi per il 2022, molto vicini ai numeri eccezionali raggiunti nel 2019 (436,7 milioni di presenze contro i 389,4 di quest’anno) e prevede che il valore aggiunto generato dalle stesse sarà di circa 89,1 miliardi contro i 99,9 del 2019.

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