Quello tra i cinesi e l’Italia è un amore di lunghissima data, che non finirà mai. Dopo una battuta di arresto, i flussi dalla Cina verso l’Italia sono tornati ad essere considerevoli, e solo nel trimestre estivo sono previsti arrivi che superano del 27% i numeri del 2024. Ad attirare maggiormente i turisti cinesi sono le bellezze culturali, ma anche il settore del wellness e la voglia di rivedere i familiari lontani. Ivana Jelinic, AD di Enit, sottolinea che “l’Italia è una destinazione attrattiva per il mercato cinese, che ci sceglie specialmente per turismo. Il nostro Paese è in grado di offrire esperienze culturali, sportive, enogastronomiche ma anche legate allo shopping, al lusso ed al benessere. Anche questo 2025 sta registrando numeri in forte crescita e le previsioni lasciano intendere che il trend migliorerà ancora”.
Turisti cinesi in Italia: i numeri del comparto
Il 2024 è stato un anno particolarmente fortunato per il turismo cinese, che si è decisamente ripreso con un incremento del 24,7% rispetto ai flussi dell’anno precedente. I turisti che dalla Cina hanno viaggiato in Italia sono stati circa 176.000, per un totale di 2,4 milioni di pernottamenti sui 12 mesi (un risultato che supera del 14,1% quello del 2023). L’indotto complessivo generato da questa ondata cinese è stato di 226,6 milioni di euro, il 10,2% in più dell’anno precedente. Per quanto riguarda invece il 2025, i numeri sono più che incoraggianti, e sembrano confermare i trend iniziati nel 2024. Solo tra gennaio e aprile infatti, gli arrivi sono stati più di 67.000, con un incremento del 2,2% sul dato dello stesso periodo dell’anno scorso. Di questi, il 96,3% viaggia per motivi turistici. I pernottamenti che vanno per la maggiore sono quelli da 4-7 notti (37,9%) e quelli da 2 settimane (35,5%). Le stime per la seconda metà dell’anno sono altrettanto positive: la crescita stimata degli arrivi in Italia è del 27% rispetto ai flussi del 2024. In particolare, sembra andrà benissimo il trimestre estivo, con una crescita dei flussi del 22% rispetto a un anno fa, che in alcuni casi potrebbero arrivare anche al 50%.
Le caratteristiche del turismo cinese

Il turismo cinese presenta delle caratteristiche ben definite che, una volta note, permettono alla ricettività italiana di creare un’accoglienza più mirata e personalizzata. Innanzitutto, è fondamentale conoscere le motivazioni che spingono i cinesi a viaggiare in Italia.
Queste riguardano:
- il piacere della scoperta del territorio italiano e della sua cultura (53%),
- il visitare i parenti lontani che vivono in Italia (16,2%),
- i viaggi studio/formazione (12%).
Inoltre, ad interessare i turisti cinesi in Italia sono anche lo shopping, il settore luxury e il wellness. La stragrande maggioranza dei viaggiatori cinesi sceglie le città d’arte (70%) per il proprio viaggio, anche spostandosi dall’una all’altra in un vero e proprio tour tricolore. Per le città d’arte il turismo cinese è foriero dell’81% della spesa totale e del 78,4% dei pernottamenti complessivi. Inoltre, è importante sapere che, spesso e volentieri, i cinesi si muovono in gruppo, e che i gruppi sono composti, nel 36,8% dei casi, da più di 10 persone.
La sfida dell’Open Air
Nel turismo Open Air, i cinesi non rappresentano una fetta di maggioranza della clientela, ma sono piuttosto una fonte di opportunità di crescita. Trattandosi di viaggiatori di lunga distanza, infatti, potrebbero non essere a conoscenza di tutte le soluzioni ricettive e delle modalità di accoglienza italiane, tra cui, appunto, anche l’Open Air. Inoltre, stando ai pacchetti venduti dai tour operator cinesi, nel mirino dei viaggiatori ci sono le destinazioni d’arte, quelle per famiglie e quelle con una buona componente di leisure (tutte caratteristiche cui l’Open Air è in grado di rispondere alla perfezione).
Aumentano inoltre, anche le prenotazioni per i comparti sport e wellness (+20%), altri fiori all’occhiello del turismo all’aria aperta. Quello cinese è quindi un turismo altamente customizzato. Per questo, un approccio ancora inesplorato, ma dai margini di successo ampi, è quello verso i TO specializzati proprio nel loro mercato. Questi potrebbero, infatti, veicolare un’offerta ad hoc per i viaggiatori asiatici e fare da ponte tra i turisti e le strutture Open Air. Creare, nel settore dell’Open Air italiano, una ricettività che tenga conto delle abitudini e delle preferenze di questa fetta enorme di viaggiatori, può rappresentare l’apertura del comparto outdoor ad un mercato ricchissimo, che da sempre è sinonimo, per l’economia italiana, di grandi numeri. Il turismo cinese, inoltre, è caratterizzato da un’alta spesa sul territorio, nelle attività locali e nelle esperienze legate alla cultura e alle tradizioni italiane. Aprire l’Outdoor alla Cina, quindi, può portare anche un buonissimo indotto su tutta la filiera turistica e artigianale locale.





