Il destination manager è una delle nuove professioni del mondo del turismo. In particolare nel contesto Open Air il destination manager può favorire una promozione consapevole dell’accoglienza all’aria aperta, aumentare la qualità dei servizi sia ricettivi che esperienziali e molto altro.
Le figure professionali del turismo

Il turismo è uno dei pilastri economici che contribuisce alla formazione del PIL italiano. Un settore in grado di generare indotto e guadagni, oltre ad occupazione e immagine internazionale. Oggi però, per continuare ad affermarsi come destinazioni di livello, non basta più fare semplice promozione. Serve una figura più completa ed eclettica, in grado di coniugare il vecchio modo di fare turismo, con il nuovo: il destination manager.
Destination manager
La figura del destination manager si potrebbe definire come “regista della destinazione turistica”, che muove i fili di tutto il sistema turistico di una data località. Gioca un ruolo di connessione tra il pubblico e il privato, tra il singolo e il collettivo, in un equilibrio non facile da mantenere, ma che garantisce competitività sul mercato e un’identità chiara e inequivocabile della destinazione di cui si occupa. Questa professione è figlia del nostro tempo, e soprattutto del turismo esperienziale.
Il destination manager è colui che mantiene le promesse fatte al viaggiatore in fase di prenotazione e pianificazione del viaggio, garantendogli una vacanza di valore, autentica e ricca di esperienze di alta qualità. Parallelamente, è colui che coniuga in sinergia le attività locali con le strutture ricettive, l’artigianato con le attrattive turistiche e via dicendo. Grazie al suo operato, quindi, il viaggiatore può vivere un’esperienza di altissimo valore, mentre il territorio ne beneficia in termini di ritorno economico e coinvolgimento nella creazione della destinazione stessa.
L’importanza della figura nell’Open Air

Il destination manager è una figura di cui il settore dell’Open Air può beneficiare enormemente, proprio perchè non si tratta di un semplice pubblicitario, che vuole far conoscere una data destinazione come prodotto turistico, ma piuttosto di un creatore di un modello riconoscibile e identitario. Grazie ad una strategia che punta non ad attirare un flusso turistico incontrollato, ma uno di qualità e distribuito responsabilmente, il destination manager può realmente cambiare le sorti del settore.
Il valore più alto dell’Open Air è sicuramente il contatto con la natura, cui fanno da corollario altri valori come la sostenibilità, l’inclusività, l’accessibilità, la tutela del territorio e delle comunità locali, e l’autenticità delle esperienze. Si tratta di aspetti a cui in passato non si dava il peso che si dà oggi, e che contribuiscono a creare un posizionamento sostenibile e responsabile.
Un esempio reale
Un esempio reale e concreto del lavoro di un destination manager si può ritrovare nell’itinerario culturale Bormida Gotica. Sviluppato tra l’entroterra ligure e la piana di Alessandria, l’itinerario segue il corso del fiume Bormida ed è stato ideato con l’obiettivo strategico di creare una rete che unisse i siti architettonici e storico-artistici che formano il patrimonio di questo territorio. Il progetto interessa sia il Piemonte che la Liguria, e abbraccia 24 comuni, attraverso un approccio multidisciplinare e volto alla valorizzazione dello stile gotico di epoca medievale di questa zona, creando una vera e propria destinazione.
Grazie a questo circuito culturale e paesaggistico, i singoli comuni, che non presentavano di per loro una particolare attrattività, messi in rete sono diventati d’interesse internazionale. Il progetto, inoltre, ha dato vita a incontri, mostre, workshop e ad un nuovo organismo operativo gestito dalle varie amministrazioni comunali, creando una vera e propria dimensione collettiva e partecipata.





