Forum Open Air 2025: strategie turistiche data-driven

Le strategie turistiche data-driven rappresentano il futuro della gestione d’impresa, grazie alla loro capacità di unire l’analisi del dato con le esigenze specifiche degli ospiti

Strategie turistiche data-driven: cosa sono

Quando si parla di strategie turistiche data-driven ci si riferisce a strategie gestionali basate sull’analisi dei dati statistici raccolti e sulla loro elaborazione in termini pratici. Raccogliere dati, studiarli ed utilizzarli per sviluppare una visione strategica che sia al tempo stesso approfondita e integrata delle dinamiche di mercato serve alle imprese per valutare le performance passate e migliorare quelle future. Questo processo va ben oltre la semplice lettura dei dati, e si spinge dal monitoraggio dei singoli processi fino a intere strategie commerciali, promozionali e di investimento. Soprattutto grazie all’Intelligenza Artificiale, oggi analizzare i dati dei flussi turistici è molto più facile ed immediato, e proprio la creazione di una banca dati in tempo reale rappresenta lo strumento più efficace da cui partire per orientare la propria strategia turistica.

L’analisi CISET sulla cultura del dato

A confermare che la cultura del dato è oggi la chiave per governare il cambiamento del futuro nel settore turistico in generale, e nell’Open Air nel dettaglio, è anche il CISET cà Foscari (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica). Come ha spiegato Valeria Minghetti – Responsabile Area Ricerca del CISET, la competitività oggi sta nella capacità di interpretare le informazioni. Se si interpretano in modo corretto i dati che si raccolgono, infatti, si possono prendere decisioni più consapevoli. In particolare, i dati comunicano alle aziende informazioni di vitale importanza per la gestione futura e le strategie da adottare:come si muove il mercato, quali sono le esigenze dei turisti, quale la performance della propria struttura, quali i margini di miglioramento su prodotti, servizi e processi. Non serve però solamente sviluppare la tecnologia di raccolta di questi dati, ancora più importante è imparare a contestualizzare il portato da essi restituito. In questo modo, i dati costituiscono il prerequisito necessario per le decisioni operative e si può mettere in atto una vera e propria strategia data-driven.

La sicurezza dei dati

Valeria Minghetti non è stata l’unica ad intervenire sul tema della cultura del dato nel settore dell’Open Air. Anche altri interventi della seconda giornata del Forum, infatti, hanno approfondito l’argomento. In particolare, nel panel “Dal tool alla strategia: approcci sistemici ed operativi per le Imprese Open Air di oggi e del futuro”, moderato da Antonio Festa – Senior Sales Director Hospitality & Tech Industry @Oracle – si è parlato del tema della sicurezza legato alla gestione dei dati. Maneggiare dati che si riferiscono non solo a prezzi e periodi di permanenza, ma anche a età, provenienza e altre caratteristiche dei turisti, è materia assai delicata.

A chi appartengono la proprietà e la titolarità dei dati che provengono da più strutture?

Chi deve essere il responsabile della tutela della privacy degli ospiti e allo stesso tempo diffondere i dati più utili agli operatori del settore? Secondo, Francesco Traverso, CEO & Co-Founder di HBenchmark, la regia deve essere affidata alle associazioni di categoria come Faita Federcamping, organo super partes che può utilizzare i dati in maniera globale e collettiva per comunicare ai suoi associati l’andamento di mercato, gli alti e bassi stagionali e molto altro. In questo senso, è necessario dotare la propria azienda di un software che si faccia garante della sicurezza dei dati. Per fare un esempio, quando si scansiona un documento d’identità, un software affidabile, come quello descritto da Marco di Giampietro, CEO & Founder di NP Technology Slu, trattiene in memoria le immagini solamente per il tempo necessario ad elaborare i dati

Vantaggi e sostenibilità

I vantaggi per un’azienda del settore turistico Open Air che si dota di software di elaborazione dei dati, e che basa la sua strategia sull’approccio data-driven, sono numerosi. Da un lato ci sono quelli legati strettamente alla sfera decisionale, che come si è visto riguardano una maggiore consapevolezza e una maggiore fonte di informazioni utili. Dall’altro ci sono quelli legati alla sostenibilità sia ambientale che sociale. Una struttura digitalizzata permette infatti di migliorare il contatto con il cliente grazie al tempo che si guadagna con i processi digitali, dal check-in alle prenotazioni delle attività outdoor, dalla gestione delle lamentele ai pagamenti. Inoltre, anche in termini ambientali si va incontro ad un risparmio notevole, eliminando gran parte dei moduli cartacei. Secondo uno studio americano, in un solo anno una singola struttura di medie dimensioni può risparmiare fino a 6 milioni di fogli, che equivalgono a: 78 milioni di litri di acqua in meno consumata; 153 alberi abbattuti in meno; 863 kg di CO2 non emessi; risparmio energetico e in bolletta.

Autore
  • Erika Fameli

    Romana, appassionata di viaggi e di scrittura, da diversi anni ha trasformato le sue passioni in un lavoro. Ex Executive Assistant di Faita Federcamping, ha lavorato come Social Media Manager e oggi collabora come copywriter freelance con riviste online tourism-oriented e non solo.

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