Creare una destinazione slow: l’esempio del Piemonte

Quali sono gli elementi essenziali per creare una destinazione slow, e quali vantaggi apporta al territorio? Una strategia di sviluppo del turismo lento può portare enormi benefici al mondo dell’Open Air, e si può prendere spunto dall’esempio di riconversione che in Piemonte sta rilanciando l’appeal delle Langhe e del Monferrato. 

Il turismo lento in Italia

Creare una destinazione slow

Il turismo lento in Italia sta vivendo un momento di forte crescita. Nato dalla necessità di rallentare, di dedicare il giusto tempo alle cose e di non essere schiavi della frenesia, almeno in vacanza, lo slow tourism sta trovando un enorme successo da parte del pubblico  con sicuro vantaggio per la ricettività dei territori e dei piccoli centri. Le caratteristiche principali del turismo lento, infatti, difficilmente si ritrovano nelle grandi città, e anzi si configurano per loro stessa natura lontano dai principali circuiti turistici: poca folla, tempi cadenzati, autenticità.

Un mix specifico che permette agli ospiti di vivere la vacanza ad un ritmo rilassato e che consente di scoprire il territorio non solo nei suoi luoghi più attrattivi, ma anche e soprattutto dove il turismo di massa non passa. In questo modo, l’artigianalità sta tornando ad avere il suo ruolo centrale nell’attrattività turistica, così come l’appeal naturalistico e le tradizioni locali. Chi sceglie di vivere una vacanza slow, infatti, ne vuole assaporare ogni singolo istante senza essere schiavo di itinerari serrati che mirano unicamente a spuntare le caselle di una lista di luoghi da vedere.

Per questo, puntare sullo sviluppo del turismo lento in Italia vuol dire investire nella sostenibilità turistica, culturale, architettonica, ambientale e sociale, ma anche credere in una modalità di viaggio più consapevole e responsabile. Grazie al turismo lento, sia i borghi che le zone rurali stanno vivendo un affluenza in termini di arrivi e presenze che rappresenta una nuova linfa vitale, in grado di aprire infinite possibilità non solo per le strutture ricettive, ma per l’intero territorio.

Il caso del Piemonte

Creare una destinazione slow

Sviluppare il turismo lento vuol dire partire da ciò che si ha e valorizzarlo, vestendolo di nuovi abiti. Questo è esattamente quanto sta accadendo in Piemonte: un buon esempio dal quale prendere spunto per promuovere territori analoghi o creare una destinazione turistica. In particolare, i territori delle Langhe, del Roero e del Monferrato stanno vivendo un momento molto positivo, e si stanno facendo conoscere non solo in Italia, ma anche all’estero.

Come? Promuovendo la loro più grande risorsa: i vigneti. Da risorsa agrindustriale e produttiva, le vigne piemontesi sono diventate un attrattore turistico potentissimo. Se da un lato l’enogastronomia funge da volano per attrarre nuovi ospiti, la vera rivoluzione sta avvenendo grazie alla conversione delle vecchie fabbriche e cascinali in veri e propri wine resort e strutture di lusso, dove i clienti possono alloggiare per vivere un’esperienza di totale immersione nei vigneti.

Si tratta di un biglietto da visita di enorme impatto, che punta tutto sulla esperienzialità e vi aggiunge il valore della riqualificazione, assumendo anche caratteristiche sostenibili e di valorizzazione del patrimonio locale. Grazie a queste strutture, spesso molto lussuose, la zona delle Langhe, Roero e Monferrato sta diventando, lentamente, non solo una destinazione di turismo slow, ma anche una meta luxury, attirando clientela alto-spendente che lascia un’impronta positiva sul territorio.

Gli spunti per l’Open Air

Creare una destinazione slow

Dall’esempio del Piemonte si possono trarre numerosi spunti, utili soprattutto all’Open Air, che per  ambienti naturalistici e paesaggistici di grande impatto come quelli dei vigneti e delle colline, ha una vocazione assoluta. Innanzitutto, si può trarre un’ottima idea per nuovi investimenti e ampliamenti di strutture ricettive già esistenti, magari con la collaborazione di aziende del territorio e/o privati. Ancora, si può cavalcare l’onda degli incentivi volti alla riqualificazione degli immobili già esistenti e dare nuova vita a casolari in disuso o simili, interamente o in parte.

In questi casi, le singole strutture possono operare sul territorio quella riconfigurazione della destinazione turistica necessaria ad attrarre una clientela specifica, e possono farlo in autonomia. Qualora, all’iniziativa di un singolo o di un gruppo, dovesse aggiungersi il contributo di altri operatori (dagli artigiani alle istituzioni), il risultato sarebbe senza dubbio ancora maggiore. Sviluppare il turismo lento puntando su quanto già esistente, operando riconversioni e riqualificazioni di livello, può contribuire alla crescita del turismo Open Air. 

Dalla case history del Piemonte si può trarre spunto anche per quanto riguarda l’aspetto della sostenibilità e dell’esperienzialità, in quanto soluzione che permette da un lato di attrarre una clientela attenta alle risorse ambientali e alla loro conservazione e salvaguardia, e dall’altro una clientela volenterosa di vivere il territorio da vicino, disposta ad acquistare prodotti locali, a fare esperienze partecipative e ad entrare in contatto con le comunità locali, le realtà produttive e le aziende del posto. 

Creare una destinazione slow

Tutti aspetti su cui investire e che in Italia possono contribuire anche per raggiungere gli obiettivi di destagionalizzazione e decentramento dei flussi rispetto ai grandi centri di affluenza, come le città d’arte o le località di mare in estate. Creare una nuova destinazione che sia slow, responsabile, attenta e di livello vuol dire, infatti, ridistribuire i flussi e portarli in aree dove scarseggiano, a favore sia di queste ultime che dei centri più gettonati.

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