Cosa serve per sviluppare la destagionalizzazione e allungare il soggiorno degli ospiti oltre l’estate? Uno spunto arriva dal Salento, che sta rafforzando la sua offerta invernale, ma che mostra ancora segni di debolezza e ampissimi margini di miglioramento.
Sviluppare la destagionalizzazione

Sviluppare la destagionalizzazione è uno dei principali obiettivi del turismo italiano. Quando un’enorme quantità di persone si concentrano negli stessi luoghi nello stesso periodo, garantire un’offerta che sia attrattiva e valida per tutto l’anno è essenziale per aumentare la sostenibilità. In Italia, purtroppo, sono moltissime le destinazioni ancora legate ad una sola stagione o ad un solo periodo. Per rendere sostenibili i flussi occorre destagionalizzare, rendendo le destinazioni italiane attrattive per tutto l’anno. Per farlo si possono attuare diverse strategie sia comunicative che d’investimento, che coinvolgano non solo gli operatori turistici ma anche le istituzioni e le comunità che vivono sul territorio.
L’esempio del Salento

Un esempio di valore di un territorio che sta investendo molto nella destagionalizzazione viene dal Salento. Nota meta turistica estiva, grazie alle sue spiagge meravigliose, al mare splendido e alla vivace movida notturna, il Salento vuole uscire dal contesto prettamente estivo in cui è stato relegato finora. Le strategie attuate su tutto il territorio, infatti si muovono su diversi piani: la città di Lecce sta sviluppando la sua attrattività culturale e artistica, diventando sempre più riconoscibile e affermata tra le città d’arte italiane; il comparto dell’enogastronomia traina la destagionalizzazione e attira pubblico anche in inverno; gli eventi e la wedding industry stanno allungando le loro stagioni arrivando anche alla primavera e all’autunno.
Dall’altro lato però, gli ostacoli da superare sono ancora numerosi. In primis, a livello di infrastrutture e calendarizzazione degli eventi. Manca, infatti, un calendario ben distribuito di grandi eventi, come pure per le iniziative minori, utili per movimentare la proposta locale e attirare ospiti anche in località più piccole e rurali, per far conoscere le tradizioni più autentiche e per sviluppare il turismo lontano dai principali circuiti. Allo stesso modo, serve una cooperazione continuativa e stabile tra operatori e istituzioni.
Dal punto di vista delle infrastrutture e dei trasporti, invece, le criticità sta nella mancanza di una rete che sia realmente capillare ed efficiente, e che permetta a chi arriva in aereo o in treno di muoversi in totale autonomia anche senza noleggiare un’auto. Parallelamente, serve sviluppare anche i collegamenti che portano in Salento, considerando che i voli invernali sono numericamente scarsi e più costosi. Una sinergia strutturata e coordinata è essenziale per creare una destinazione invernale, poichè il solo patrimonio culturale e naturalistico non basta a sostenere la destagionalizzazione.
Spunti per l’Open Air

Dall’esperienza del Salento, l’Open Air può prendere numerosi spunti da cui partire per incentivare la destagionalizzazione anche in altri territori. Partendo dal ponte dell’Immacolata, che rappresenta il primo banco di prova per il turismo invernale delle località tipicamente estive, è necessario migliorare e diversificare la comunicazione sia per gli ospiti nazionali che per quelli esteri. Quello che serve è far conoscere anche altri aspetti del territorio, come possono essere le luminarie pugliesi tipiche del Natale, o le ricette tipiche del periodo invernale, o ancora le città d’arte.
Allo stesso modo, l’Open Air può contare sull’apporto importantissimo dell’ambiente naturale e delle attività outdoor. Dalle ciclovie ai cammini, alle escursioni, il mondo dell’Open Air si sta sviluppando anche durante i mesi freddi, e la domanda inizia a salire. Per rendere appetibile anche la stagione invernale, si deve creare una destinazione inverno e far conoscere quei luoghi e quei contesti che in estate non si frequentano e non si trovano.
Dai borghi e dalle realtà più piccole all’enogastronomia, dal turismo delle radici alla riscoperta delle tradizioni natalizie, dal calendario di eventi fieristici al turismo congressuale, dalle città d’arte alle iniziative culturali, le opzioni da vagliare per raggiungere l’obiettivo della destagionalizzazione sono tantissime. Soprattutto però, può fare la differenza l’esperienzialità, che oggi rappresenta il principale motore di movimento dei viaggiatori: creare esperienze uniche legate all’inverno e ai mesi a minore vocazione turistica deve essere una strategia da condividere non solo tra operatori turistici, ma anche con istituzioni e comunità, con enti e associazioni territoriali.




