L’autunno è la nuova estate, almeno per la montagna

Per le destinazioni montane l’autunno è la nuova estate, e i viaggiatori che nei mesi più caldi hanno dovuto rinunciare alle vacanze sfruttano il periodo. Il cambiamento climatico ha fatto sì che i mesi autunnali siano diventati un prolungamento della bella stagione, con temperature più miti e caratteristiche tipiche della bassa stagione: prezzi più contenuti, meno affollamento e una maggiore vivibilità dei luoghi. Insomma, per la montagna l’autunno nella sua nuova accezione rappresenta una ulteriore opportunità.

L’autunno è la nuova estate

L’autunno è la nuova estate

Il cambiamento climatico è un fenomeno che impatta radicalmente non solo sulla natura, ma anche sulle nostre vite. In particolare, sta riconfigurando completamente la ricettività turistica. L’allungamento della bella stagione, infatti, porta le strutture a rimanere aperte più a lungo, e i viaggiatori a spostarsi anche al di fuori dei periodi canonici. Quest’anno sono stati 11 milioni gli italiani che hanno rinunciato alle vacanze estive per motivi economici e/o legati all’overtourism. Tuttavia molti di questi non hanno rinunciato del tutto a partire, e per farlo hanno atteso la stagione autunnale, più fresca, meno affollata e, soprattutto, più economica.

La necessità di destagionalizzare

L’autunno è la nuova estate

Per la montagna, la necessità di destagionalizzare non deriva unicamente dalla riduzione delle presenze nei mesi estivi, ma anche da quella dei mesi invernali legati alle discipline sciistiche. Le temperature che salgono infatti, rendono sempre più complicato per le imprese ottenere una stagione invernale pienamente soddisfacente. Se ne ha riscontro nel report Nevediversa di Legambiente, che conta 256 impianti dismessi, 112 impianti temporaneamente chiusi e 128 strutture aperte saltuariamente.

Queste realtà stanno andando incontro ad un vero e proprio accanimento terapeutico fatto di innevamento artificiale e fondi (sia pubblici che privati) sprecati nel mantenimento di impianti non più sostenibili. La crisi del turismo invernale in montagna sta portando ad ingenti perdite economiche, ma anche a danni ambientali serissimi. Tutto questo rende fondamentale una destagionalizzazione che sia in grado di allargare il periodo di affluenza turistica. Trovare e proporre altre motivazioni, che si discostino dallo sci e dalla montagna estiva, è la soluzione migliore per rispondere alle nuove sfide poste dal mercato. 

Una stagione da sfruttare per l’Open Air

L’autunno è la nuova estate

La ricettività montana Open Air, in questo senso, può fare scuola. I soggiorni di chi sceglie una vacanza a contatto con la natura e ricca di esperienze slow quali escursioni, trekking, pedalate e simili, sono sensibilmente più lunghi. Inoltre, portano l’indotto non solo agli impianti sciistici o ai rifugi, ma allargano le prospettive delle guide, dei produttori artigianali, dei ristoratori e di molte altre realtà locali. La montagna sta riscuotendo un successo sempre maggiore tra i viaggiatori, e quest’anno ha confermato il trend con una stagione estiva molto più stabile rispetto a quella balneare. Questo è un segnale importante che l’alta quota rappresenta un’attrattiva su cui puntare nel turismo italiano, e che l’immersione totale nella natura è una delle componenti fondamentali che ricerca chi si muove per viaggiare.

Inoltre, come sottolinea l’Osservatorio Bit, i viaggiatori prediligono le cosiddette coolcation, ossia le destinazioni fresche. Al caldo, insomma, si preferisce il clima mite, e la stagione estiva perde di fascino proprio a causa del caldo eccessivo che sempre più spesso la caratterizza. Al suo posto, i turisti preferiscono l’autunno, che costa meno, è meno caldo e permette di fare esperienze immersive nella natura senza affollamenti.

Un’altra conferma che l’autunno è la nuova estate e che la montagna farebbe bene a sfruttare i benefici autunnali deriva dal Rapporto Montagne Italia, curato da Uncem, che testimonia una rinnovata attrattività delle comunità alpine e appenniniche come rifugio climatico e meta di vacanze alternative alla costa. Il report segnala due grandi obiettivi da conseguire per raggiungere una ricettività che sia di qualità sia per il comparto turistico che per i viaggiatori: ridurre l’impatto ambientale promuovendo modelli ecologici ed etici ed adattare l’offerta montana agli scenari del cambiamento climatico.

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