Piano Mare

L'audizione di Faita-FederCamping

Si è svolta martedi 17 l’audizione di Faita FederCamping presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Ministro per la protezione civile e le politiche del mare – Struttura di Missione per le Politiche del Mare, che ha il compito di coordinare e definire gli indirizzi strategici delle politiche del mare in previsione dell’approvazione del Piano del Mare.

Marco Sperapani Direttore Generale della Federazione ha relazionato rappresentando la dimensione del comparto ed evidenziandone numeri e peculiarità.  In particolare, si è sottolineato che il settore all’Aria Aperta, nel quale operano in Italia oltre 2600 imprese, con un’offerta di offre 1.300.000 posti letto, rappresenta una parte rilevante e fondamentale dell’intera filiera turistico ricettiva nazionale. Il comparto nel solo 2022 ha registrato 10 milioni di arrivi per 70 milioni di presenze con attese di ulteriore crescita per la stagione 2023, il che porterebbe ad un ampio superamento dei flussi turistici conseguiti nel 2019.

L’esposizione in audizione, si è soffermata in particolare su quattro punti di indirizzo strategico del Piano del Mare:

  • la tutela e valorizzazione della risorsa mare dal punto di vista ecologico, ambientale, logistico, economico; 
  • la valorizzazione economica del mare anche con particolare riferimento al turismo; 
  • la promozione del sistema-mare nazionale a livello internazionale per la promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane; 
  • la valorizzazione del demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative.

Nella relazione è stato evidenziato come le strutture Open Air siano particolarmente sostenibili perchè perfettamente integrate all’interno dei contesti naturalistici ed ambientali, e garantiscano attraverso un basso consumo di suolo generato dalla scarsa edificazione e l’utilizzo di forme di ricettività mobili e sostenibili, una particolare tutela e cura del patrimonio naturalistico, valorizzandolo quale elemento caratteristico e fondamentale dell’offerta ricettiva. Inoltre, è stato evidenziato come il turista Open Air, sia naturalmente propenso a comportamenti responsabili e sostenibili per la preservazione dei luoghi e dei contesti, caratteristica fondamentale nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo dell’economia del mare, sostenibile, accessibile, consapevole.

È stato sottolineato come nella filiera turistico ricettiva nazionale, il comparto dell’Open Air occupi un ruolo determinante, rappresentando in alcune località balneari la prima tipologia di turismo in termini di presenze e arrivi. Inoltre, per la dimensione e per la particolare tipologia di imprese, mix di ricettività e servizi, campeggi e villaggi offrono occupazione qualificata e diversificata in numerosi profili professionali, con una fortissima interconnessione con il tessuto economico ed occupazionale dei territori , garantendo ingenti indotti nelle rispettive economie .

Nel contesto europeo l’Italia spicca quale seconda nazione come presenze turistiche dopo la Francia. In generale l’incoming internazionale è trainato da Paesi quali la Germania, i Paesi Bassi, la Svizzera, l’Austria e la Danimarca, con numeri che generano una componente straniera di oltre il 50% delle presenze, arrivando a picchi di oltre l’80% in particolare poli d’eccellenza riconosciuti dai mercati internazionali quali modelli di riferimento per l’innovazione e la qualità dei servizi erogati.

Per questo, nell’ambito della sostenibilità ed accessibilità, l’Open Air italiano è affermato in tutta Europa anche attraverso il riconoscimento di premi e certificazioni rilasciati da soggetti terzi quali ad esempio l’ADAC (il più grande club automobilistico d’Europa) o l’ACSI (la più importante guida turistica di campeggi d’Europa).

Particolare attenzione è stata posta nell’illustrare le politiche di utilizzo e valorizzazione delle aree demaniali, dove l’offerta di molte imprese turistico ricettive italiane Open Air, vede l’utilizzo degli arenili antistanti secondo un modello di gestione integrata e unitaria del servizio, così da garantire agli ospiti pacchetti di servizi inseriti e coerenti con i principi di qualità e territorialità dell’impresa.

Inoltre, lo standard qualitativo dei servizi, la sostenibilità sociale e ambientale del piano di investimenti, la valorizzazione delle azioni per la mitigazione di eventuali impatti ambientali, sono garantiti grazie al fatto che alcuni servizi vengono erogati mediante personale , attrezzature e spazi della stessa struttura ricettiva, senza dover ricorrere ad ulteriori installazioni o urbanizzazioni degli arenili.

Inoltre e soprattutto nel comparto turistico all’aria aperta la relazione tra la struttura ricettiva e l’area in concessione è sostanziale e prescinde dal confine demaniale: vale cioè allo stesso modo per le strutture ricettive insistenti all’interno della fascia demaniale, come per quelle insistenti nell’area privata immediatamente retrostante.

Oltre ad una elevata percentuale di imprese situate nei comuni balneari titolari di concessioni per l’arenile immediatamente prospiciente l’azienda, in alcuni casi le stesse insistono, parzialmente o totalmente, in superfici oggetto di concessioni demaniali di tipo non balneare, generando in sostanza specifiche fattispecie, quali:

  • struttura ricettiva interamente su area in concessione demaniale;
  • struttura ricettiva parzialmente su area in concessione demaniale e in parte in area di catasto urbano;
  • struttura ricettiva con erogazione dei servizi di spiaggia su area in concessione demaniale prospicente alla struttura stessa;
  • struttura ricettiva con erogazione dei servizi di spiaggia su area in concessione demaniale vicina alla struttura stessa.

È evidente che per questa tipologia di imprese, l’approccio metodologico della imminente riforma delle concessioni demaniali dovrà dispiegare un’attenzione ed una normazione specifiche non potendo essere determinato dai medesimi parametri che verranno individuati ed applicati per le altre tipologie di concessioni.

In conclusione, il mare è stato correttamente considerato dal Piano un “patrimonio culturale” e come tale dovrà essere tutelato, protetto, valorizzato, condiviso. Il turismo Open Air intende e può essere parte attiva in questa azione di sviluppo sostenibile dell’economia del turismo; pertanto, gli stumenti normativi emanandi debbono tener conto della sua specificità per valorizzarne la vocazione ed i risultati futuri.

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