Il Ponte di Pasqua in Sardegna è stato un vero e proprio successo. L’isola, scardinando la dicotomia classica tra estate e mare, è riuscita a segnare un promettente +5% sulle prenotazioni durante le festività pasquali, che quest’anno si sono unite in un ponte lunghissimo con il 25 aprile e il 1 maggio. Si tratta di un risultato importantissimo, conseguenza tanto di un’attenta strategia di comunicazione, rivolta soprattutto verso l’estero, quanto dell’aumento di collegamenti diretti.
Su questa scia, la Sardegna prova ad allargare l’orizzonte turistico della sua offerta superando la motivazione esclusiva e dominante di turismo prettamente estivo e balneare. Lo fa motivando gli ospiti anche in periodi in cui il mare non è esclusivamente sinonimo di balneazione. Infatti, l’isola è in grado di offrire un ventaglio ampissimo di esperienze, luoghi di interesse e particolarità per i suoi visitatori, che lontani dal caldo dei mesi di luglio e agosto e dalle folle estive, possono goderne appieno l’autenticità e le bellezze.
I numeri del Ponte di Pasqua in Sardegna

Il Ponte di Pasqua 2025 è stato un momento attesissimo dalle strutture ricettive di tutta Italia, poiché con pochi giorni di ferie ha consentito una vacanza lunga ben oltre una settimana ideale per partire. Sono molte le regioni italiane che, proprio in occasione di questo lungo ponte, hanno registrato un boom di prenotazioni ed arrivi. Tra queste spicca la Sardegna, che rispetto allo stesso periodo del 2024 è riuscita a registrare un importantissimo e promettente +5% nel numero delle prenotazioni. Si tratta di un risultato da festeggiare, ma che non può considerarsi un punto di arrivo.
Al contrario, è un punto di partenza per allargare le prospettive dell’isola e puntare su un turismo meno invasivo di quello estivo, che metta in risalto non solo lo splendido mare e le coste sarde, ma anche l’entroterra e i territori meno battuti d’estate. Chi ha scelto la Sardegna per le proprie vacanze pasquali infatti, non ha pensato affatto al mare, ma si è diretto verso le città d’arte, soprattutto Cagliari e Alghero.
I turisti arrivati in Sardegna nel mese di aprile hanno potuto ammirare un’isola più vuota rispetto all’estate, hanno fatto trekking e visitato borghi e piccole città. Questi comportamenti sono il segnale positivo che l’isola aspettava per affermarsi come una destinazione non unicamente estiva, ma anche culturale, naturalistica, folkloristica ed enogastronomica. Cosa serve ora? Secondo le associazioni di categoria, un brand e una linea comune da seguire per portare l’offerta sarda ad un livello superiore, all’altezza della domanda emergente e di quella potenziale.
Grandi opportunità per il futuro
Se il mese di aprile è stato positivo per la Sardegna, il mese di maggio promette di non essere da meno, con il picco è atteso per il 20 maggio (dati Extra per Federalberghi). Nei mesi di giugno, luglio e agosto invece, si dovrebbero raggiungere i ragguardevoli risultati del 2024 con numerosi ospiti per tutti i 90 giorni estivi. Anche per questo il boom dei ponti di primavera rappresenta un evidente indicatore di crescita per l’isola.

Da esso possono partire riflessioni e nuove strategie utili ad incrementare l’offerta sarda in tutti i 12 mesi dell’anno, e non solamente nei 3 mesi più caldi. L’aumento dei voli diretti sta già facendo la sua parte, portando in Sardegna svizzeri, tedeschi e austriaci in numero maggiore rispetto al passato. Questo dimostra che l’isola sta muovendo i primi passi verso un turismo più internazionale e, soprattutto, più variamente motivato. La Sardegna può, infatti, puntare anche sui siti archeologici, ancora quasi sconosciuti all’estero, sull’enogastronomia, sulle tradizioni e su un suggestivo ed ampio patrimonio di territori meno noti.
Sulla scorta dei trend turistici attuali e futuri saranno proprio queste destinazioni ad attirare un numero via via maggiore di viaggiatori. In linea con un’idea di turismo più sostenibile, green e a contatto con la natura, la Sardegna può imparare a vivere di turismo anche in primavera, in autunno e in inverno, a patto che ad essere pronte non siano solamente le strutture ricettive. Cosa serve? Un brand, una comunicazione efficace e mirata, e la preparazione delle infrastrutture alla ricettività durante tutto l’anno.
E l’Open Air?
Le strutture Open Air difficilmente aprono le loro porte ai turisti durante i mesi più freddi e le mezze stagioni, ma l’esperienza del ponte di Pasqua in Sardegna può far riflettere: aprire al pubblico in periodi non unicamente di alta stagione può portare numerosi vantaggi all’intero territorio, e lanciare un nuovo tipo di turismo. In particolare, visto il grande interesse mostrato dai viaggiatori verso i percorsi naturalistici e le esperienze autentiche e a contatto con il territorio, l’Open Air può rappresentare una soluzione ideale per chi desidera scoprire la Sardegna lontano dalle folle estive.
Si tratta, come spesso accade, di vedere le opportunità laddove generalmente si trovano ostacoli. Cambiare punto di vista, creare sinergie con le aziende locali e investire sulle infrastrutture sono i passi migliori da fare per creare una destinazione invitante 365 giorni l’anno. Inoltre, ogni imprenditore può, con azioni di marketing mirate, incrementare la comunicazione verso il turismo estero, e creare la propria destinazione specifica in base alle particolarità del territorio che lo circonda, invitando e attirando viaggiatori non solo dall’Italia, ma anche dall’estero.